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Core stability: perché è importante per la postura

Cosa significa
Il core stability è un insieme di muscoli sia superficiali che profondi che hanno il compito di stabilizzare il tronco, la zona lombare e la pelvi. È composto da diversi muscoli tra cui: multifido, trasverso dell’addome, glutei, retto addominale e obliquo esterno/interno.
Il core agisce sia in situazioni quotidiane come il camminare, portare la spesa, salire e scendere dai mezzi pubblici che in situazioni più impegnative come praticare sport o attività fisica, pertanto riguarda chiunque di noi. Il ruolo di stabilizzazione è molto importante poiché senza un buon core-stability si rischia di incorrere in traumi anche in situazioni che possono sembrare del tutto banali ma anche incombere in algie dell’apparato locomotore che riguardano alterazioni posturali.

Vantaggi

  • Riequilibrio posturale
  • Stabilizzazione articolare
  • Rinforzo muscolare
  • Resistenza muscolare
  • Aumenta la capacità di equilibrio generale

Come funzionano gli esercizi per il core-stability?
La regola principale per eseguire questi esercizi è sicuramente quella di mantenere allineati i segmenti corporei del tronco con il distretto pelvi-addome, come ad esempio nell’esercizio di planke. L’obbiettivo è quindi quello di contrarre simultaneamente i muscoli di queste zone il più forte possibile in maniera tale da allenare la stabilità. Più si diventerà abili nelle esercitazioni basilari e più chiaramente si potrà complicare l’esecuzione con l’introduzione di superfici instabili come bosu o cuscini propriocettivi, o con il disturbo di un agente esterno che ci obbligherà continuamente a riportare il nostro sistema neuromuscolare in equilibrio.

Per concludere
Abbiamo visto che il core-stability è utile a chiunque sia sedentari che sportivi ed è utile sia per avere un maggior controllo sul proprio tono posturale che per migliorare la propria coordinazione e stabilizzazione. In ultima esercizi di questo genere andrebbero inseriti in un programma di attività fisica volta alla prevenzione dei traumi che prevede uno svolgimento non saltuario bensì costante e progressivo.

 

Il personal trainer e la postura

Nel corso della storia l’uomo si è sempre evoluto. La prima evoluzione cominciò dalla forma di primate a quella di homo erectus. Questo passaggio comportò il passaggio dallo stato di quadrupedia allo stato bipodalico con conseguenti cambiamenti e adattamenti nel corpo e nella sua struttura. Alcuni esempi sono la struttura del rachide che ha assunto quattro curve (da una) per distribuire efficacemente le forze verticali, la modificazione della forma del piede e lo sviluppo di una certa propriocezione sempre per adattarsi alla verticalità, l’adattamento degli organi di senso alla posizione eretta e molti altri.

Il controllo posturale deriva dall’integrazione di diverse afferenze che derivano da diverse zone del corpo:

Propriocezione muscolare:

  • composta da fusi neuromuscolari che rispondono alla lunghezza del muscolo e alla sua variazione;
  • organi muscolotendinei del golgi che misurano la tensione muscolare.

Propriocettori dell’apparato vestibolare:

  • utricolo e sacculo che attraverso determinate strutture mantengono la posizione eretta del capo nei movimenti;
  • canali semicircolari: sensibili alla velocità, ci informano di una perdita di stabilità con una risposta posturale molto forte;

Apparato visivo:

  • I movimenti della testa fanno muovere gli occhi e quando l’immagine si muove tramite la retina il cervello elabora le informazioni visive e dà vita ad aggiustamenti oculari e posturali.

Apparato stomatognatico:

  • Ultimamente si sta approfondendo come le strutture presenti nella zona masticatoria vadano ad influenzare sulla cervicale e quindi sull’intera colonna soprattutto per via di strutture muscolari e neurologiche.

Programmazione del lavoro.
Dopo un’attenta osservazione sui diversi piani posturali ( visione anteriore, posteriore, laterale e movimenti attivi, filo a piombo), bisogna stare molto attenti a non commettere l’errore di ‘raddrizzare’ ciò che vediamo come storto. Questo perché molto spesso ciò che vediamo è la conseguenza di un compenso che si è instaurato nel tempo dato da qualcos’altro che magari non è nemmeno vicino alla zona che noi vediamo come ‘storta’. Anzi andando a mettere a posto i compensi potremmo scatenare ulteriori dolori verso il cliente. Dunque si può procedere con esercizi di mobilizzazione, allungamento e rinforzo delle zone dove riteniamo necessario attuare determinati lavori.
Per questo tipo di lavoro è fondamentale che il professionista sappia come modificare il programma di allenamento in base alle esigenze posturali e ai risultati che si ottengono o agli errori che si notano. Inoltre per un risultato maggiormente efficace si consiglia una collaborazione tra diversi professionisti del settore in maniera tale da ottimizzare i risultati e dare una visione il più globale possibile al lavoro che si vuole svolgere.

Sistema fasciale e postura

La fascia è il contenitore di tutte le strutture del nostro corpo: una sua modifica può portare a lungo termine a dolori dovuti a posture scorrette.

Cos’è la fascia.
Per poter parlare del sistema fasciale occorrerebbero ore ed ore, pertanto ora ci soffermeremo sul capire brevemente cosa sia e perché è così importante per la postura.
La fascia viene considerata come il connettivo che unisce le strutture del nostro corpo. Essa è presente in ogni parte del nostro corpo: muscoli, visceri, organi, sistema nervoso, vasi sanguigni e molte altre. Senza di essa il nostro corpo collasserebbe, infatti la fascia funge da contenitore, stabilizzatore e sostegno per tutto il nostro corpo organi compresi. Dobbiamo immaginarci la fascia come un insieme di strutture che sono in continuità sia dal punto di vista della forma che del comportamento per cui se modifico una zona, inevitabilmente anche altre parti seguiranno questa modifica. Pertanto è influenzabile da traumi, posture, emozioni e attività fisiche. Secondo uno dei principi osteopatici che dice che la struttura di una parte del corpo ne governa la funzione, dal momento in cui viene modificata la forma della fascia anche la sua funzionalità sarà inficiata

Collegamento tra fascia e postura.
Quando noi compiamo un gesto ripetutamente nel tempo che sia un gesto tecnico per uno sport o che sia una posizione che dobbiamo continuamente assumere per comodità esso diventerà abitudine. Essa per poter essere mantenuta richiede determinate posture che si instaureranno nel cervelletto e nel tronco cerebrale e saranno pertanto meno controllate dalla nostra volontà. A lungo andare si sedimenterà nel nostro “set” neurologico questo comportamento diventando così un compenso strutturale. Molto spesso non ce ne accorgiamo ma molte rigidità e dolori sono dovute proprio all’alterazione della fascia che si è adattata al nostro compenso posturale che sia esso di natura psicologica, emozionale o fisica.
Più si va avanti nel tempo senza intervenire e più le restrizioni diventeranno importanti pertanto è necessaria una prevenzione effettuata sia a livello manuale da appositi terapisti che con la giusta attività fisica.

Esercizi da provare.
Per poter allungare la fascia occorre mettere in tensione più strutture contemporaneamente, per esempio provate ad appoggiare un braccio teso al muro per allungarlo e contemporaneamente girare il collo dalla parte opposta: sentirete una tensione dalla mano fino al collo; se inspirate ed espirate profondamente aumenterà la tensione poiché con l’espirazione il corpo tende ad allungare maggiormente ciò che è in tensione . Questa è la sensazione dell’allungamento fasciale. In base alle vostre esigenze potete ricercare quella tensione mettendo in tensione una serie di strutture.

In conclusione
Parlando di postura si parla inevitabilmente anche di fascia poiché sono in stretta correlazione. Se diamo sollievo al sistema anche la postura ne risentirà positivamente e viceversa se non ci curiamo della postura potrebbero sorgere dolori connessi alla fascia. Praticare allungamenti mirati aiuta a prevenire quelle che potranno essere in futuro problematiche molto scomode.

Pavimento pelvico: funzioni, deficit e consigli

Il pavimento pelvico è la zona muscolare e fasciale del perineo ossia di quel distretto corporeo che chiude la pelvi. Per la sua posizione viene considerato un diaframma pertanto prenderà il nome di diaframma pelvico.
I muscoli che lo compongono sono: ileo, ischio e pubococcigeo, sfintere dell’ano, mentre a livello più profondo abbiamo il trasverso superficiale e profondo del perineo. Possono esserci diverse disfunzioni a carico di questa zona per esempio un ipertono del muscolo ischiococcigeo può impedire che il sacro compia la nutazione fisiologica il che potrò inficiare l’articolazione sacroiliaca.

Funzioni
Insieme al diaframma toracico prende parte al torchio addominale ovvero quella contrazione simultanea della muscolatura addominale, pelvica e toracica che permette la defecazione e aiuta l’espulsione del bambino nel parto.
Funge anche da appoggio per gli organi delle piccole pelvi (vescica, retto, utero, ovaie, tube e vagina nella donna, prostata e vescicole seminali nell’uomo) impedendone la caduta verso il basso. Ha anche una funzione di chiusura per quanto riguarda retto e vescica, di trasferimento delle forze verso il basso.
Per le funzioni sopracitate possiamo capire perciò che il pavimento pelvico ha una funzione molto importante ed un suo deficit anche minimo può portare a delle disfunzioni in diverse parti del corpo. Ad esempio un’insufficienza del perineo può portare ad incontinenza urinaria questo perché gli organi genitali femminili sono collegati alla faccia anteriore del sacro, ileo e pube attraverso strutture legamentose, e un indebolimento di tali strutture può portare ad uno sforzo eccessivo per il pavimento pelvico e quindi ad un cedimento. Con la discesa dell’utero sulla vescica si ha una modificazione dell’uretra e pertanto del meccanismo di chiusura della vescica.

Consigli
Per un indebolimento del perineo dovuto a qualsiasi tipo di agente esterno, trattamento chirurgico, trauma o lassità generalizzata è sempre bene iniziare un allenamento mirato per queste zone. Esso favorisce l’irrorazione, la stimolazione nervosa e la funzionalità degli organi urogenitali. Il consiglio migliore è quello di cominciare con esercizi per prendere coscienza dei movimenti del bacino abbinati alla respirazione, senza però stringere solamente i glutei. Si può passare poi ad esercitazioni con difficoltà crescente sempre mirati alla propriocezione e alla mobilità della zona pelvica.

Il tessuto connettivo: caratteristiche e sua importanza nella vita quotidiana

Cos’è il tessuto connettivo? Negli ultimi anni questo tessuto sta prendendo velocemente piede all’interno delle terapie manuali per via della sua funzione fondamentale all’interno dell’organismo. Esso è sempre esistito ma le ultime scoperte, ricerche e applicazioni pratiche hanno portato questo tessuto sempre più in evidenza.

  • Esso è composto da tutto ciò che circonda le cellule e che sta nello spazio intracellulare che prende il nome di matrice extracellulare più una componente cellulare. Compone molteplici strutture tra cui:
  • Tendini, aponeurosi, capsule degli organi, ossa, grasso, sangue che sono composte di fibre collagene;
  • legamenti, cute, muscoli che sono composti di fibre elastiche;
  • linfonodi, midollo rosso delle ossa che sono composti da fibre reticolari.

Proprietà del tessuto connettivo

    Questo tessuto possiede molteplici e importanti proprietà:

  • elasticità: è la capacità di tornare al suo stato originale. Durante il corso della vita diminuisce e può andare dunque incontro a ispessimento, rigidità, degenerazione e calcificazione. Questo dato è molto importante perché sarebbe opportuno e importante prevenire e rallentare il decadimento di questo tessuto.
  • viscosità: è la capacità di poter ammorbidire una forza di taglio. Questo significa che il tessuto assorbirà le forze che gli verranno applicate fino a raggiungere un equilibrio nel corpo. Maggiore è il tempo di applicazione della forza e maggiore sarà la deformazione, pertanto se nel mio corpo si instaureranno dei compensi in seguito a qualche disfunzione nel corso del tempo essi deformeranno la struttura fino a che l’organismo non avrà trovato il suo equilibrio;
  • sostegno e supporto: mantiene l’integrità anatomica dell’individuo ed è in stretta relazione anatomica e funzionale con gli altri tessuti. Pertanto, dal momento che il corpo è un’unità globale e non si può non guardare nella sua interezza bisogna tener conto di questa componente;
  • ammortizzazione: grazie all’elasticità diminuisce la forza di una pressione su altre zone del corpo, dando così protezione alle strutture più delicate;
  • emodinamicità: la fascia esegue dei movimenti che costituiscono anche delle pompe periferiche per la circolazione di sangue e linfa;
  • difesa: il connettivo consiste nella prima difesa contro le infezioni che vogliono entrare nel nostro corpo;
  • tensegrità: capacità di mantenere la propria integrità grazie a un bilanciamento di forze tensili che si sviluppano lungo la struttura.
  • comunicazione: collega ed è in relazione con diversi sistemi del nostro corpo come sistema nervoso, sistema endocrino, sistema immunitario.

Considerazioni pratiche
Essendo il tessuto connettivo integrato pressoché con tutti i nostri sistemi quando ci si approccia ad esso non si può prescindere dal tenere in conto di tutto il corpo. Pertanto qualsiasi professionista abbia a che fare con ciò (fisioterapista, osteopata, chinesiologo, medico ecc…) deve considerare che trattare e risolvere in maniera positiva problematiche riguardanti il connettivo potrebbe avere effetti positivi sulla fisiologica ed equilibrata comunicazione di questi sistemi. Per far capire l’importanza di guardare e trattare questo tessuto faccio un esempio: in una società come la nostra dove la maggior parte delle persone svolgono sempre la stessa attività stando seduti a lungo andare questo provocherà una deformazione del connettivo nella posizione che uno assume maggiormente con conseguenti sintomi nocivi. Pertanto è opportuno poter svolgere attività o programmi volti alla prevenzione o alla risoluzione di questi sintomi.

Ciao, possiamo aiutarti?